domenica 21 febbraio 2016

CONTRIBUTI PROVINCIA MACERATA PER L'ISTRUZIONE AGLI ALUNNI DISABILI

fote: la scuola di mafalda

inalmente disponibili agli enti locali i contributi per l’assistenza e l’istruzione agli alunni disabili

Proprio ieri abbiamo pubblicato la notizia che il nostro paese è stato premiato a livello internazionale per l’integrazione degli alunni disabili, i quali non frequentano scuole speciali o classi differenziali, ma sono inclusi ovunque nelle classi comuni [clicca qui]. Merito della legislazione, particolarmente avanzata. Non sappiamo se chi ha conferito il premio ha evidenza delle barriere architettoniche presenti in tante scuole, della mancanza di spazi adeguati per la disabilità, del taglio delle ore di sostegno, della carenza di fondi adeguati, dei ritardi con cui vengono erogati.
Pochi giorni fa, il 16 febbraio, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 dicembre 2015 "Riparto del contributo di 30 milioni di euro a favore delle città metropolitane e delle province, per attività di assistenza e di istruzione agli alunni con handicap fisici o sensoriali o in situazione di svantaggio".
Si tratta di 30 milioni di euro che finalmente saranno resi disponibili a 86 enti, città metropolitane e province, che ne hanno fatto richiesta nel 2015 per i servizi di supporto al diritto allo studio degli alunni con disabilità.
L’importo disponibile è stato ripartito in misura proporzionale alla spesa media corrente sostenuta dagli stessi enti locali nel triennio 2012-2014 per le finalità assistenziali citate (si tratta di quasi 113 milioni di euro, importo dunque superiore allo stanziamento previsto). Gli enti beneficiari hanno pertanto ricevuto mediamente il 26,6% delle spese sostenute.
La Città metropolitana di Roma avrà poco più di 4 milioni di euro, seguita da Palermo (1,57 milioni di euro), Milano (1,47) e Catania (1,45). Torino, Bari e Napoli le altre città che riceveranno oltre il milione di euro.

  • Il testo del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 dicembre 2015 pubblicato nella G.U. n. 38 del 16 febbraio 2016 [clicca qui]
  • Le tabelle di riparto [clicca qui] CERCARE MACERATA

corridonia: dislessia


lunedì 2 novembre 2015

ANAGRAFE EDILIZIA SCOLASTICA

Anagrafe Edilizia Scolastica: la presentazione ufficiale del Governo

Sono trascorsi quasi vent’anni dalla legge n. 23 del 1996 [clicca qui] che ha istituito lo strumento volto ad accertare la consistenza, la situazione e la funzionalità del patrimonio edilizio scolastico: la cosiddetta Anagrafe nazionale dell'edilizia scolastica.
Finalmente, lo scorso 7 agosto 2015 l'annuncio ufficiale del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini e dal Sottosegretario Davide Faraone che ha detto: "Oggi è stata una giornata storica per l'edilizia scolastica del nostro Paese. Dopo più di vent'anni finalmente è stata presentata l'Anagrafe. Un fatto per nulla scontato. Per avere i dati e renderli trasparenti abbiamo dovuto vincere diverse resistenze" [sic!].
La conferenza stampa è stata l’occasione per una disamina del patrimonio edilizio scolastico nazionale. Alcuni dati:
- dei 42.292 edifici censiti, 33.825 risultano attivi mentre nel rimanente 20% (8.450) non sono svolte attività (si tratta di edifici in ristrutturazione, edifici in costruzione, edifici dismessi, ecc...) o comunque non sono associati ad istituzioni scolastiche;
- il 70% è stato costruito appositamente per uso scolastico (dunque il 30% delle scuole sono alloggiate in edifici originariamente non destinati ad uso scolastico)
- il 50% degli edifici è stato costruito prima del 1971, anno di entrata in vigore dell’obbligo di certificazione del collaudo statico, per cui solo il 49% possiede tale certificato, mentre il 48% degli edifici non ha potuto fornire l’attestato di agibilità;
- nel 77% dei casi gli edifici scolastici sono di proprietà dei Comuni, il 9% appartengono alle Province, il 2% è riconducibile ad altri Enti pubblici e una percentuale uguale a società o persone private.

Nessuna novità per quanto ci riguarda, sono informazioni che conosciamo bene. Da anni pubblichiamo nel nostro blog i dati sulle condizioni degli edifici scolastici italiani forniti da Cittadinanzattiva e Legambiente.
Durante la conferenza stampa il sottosegretario Faraone ha dichiarato che “[…] Adesso con un click tutte le famiglie potranno vedere le condizioni della scuola dove mandano il figlio” [il comunicato del Miur].
Come? Per avere informazioni sulle condizioni delle nostre scuole occorre, per il momento, accedere alla sezione Scuole in Chiaro del sito del Miur dove sono stati caricati i dati relativi all’edilizia scolastica sulla pagina di ogni scuola accanto a quelli relativi a personale, alunni, servizi. Cliccando sul tasto “edilizia” si possono conoscere scuola per scuola tutti i dati forniti al Miur dagli Enti locali proprietari degli edifici scolastici, fra cui vincoli, catasto, collegamenti, età dell’edificio.
Facciamo un esempio. Se vogliamo verificare i dati degli edifici dell'ICS Don Orione di Milano (via Fabriano 4): 
- accedo al sito della scuola per ricercare il codice meccanografico (ma non è necessario, posso utilizzare altri criteri) 
- accedo al portale del Ministero "La Scuola in Chiaro" [clicca qui]
- dopo aver inserito il codice meccanografico il sistema mi propone i tre plessi dell'istituto
- scelgo quello che mi interessa e clicco sull'icona "edilizia"
- dopo una pagina con un avviso di servizio devo cliccare sul link dell'edificio, quindi su "dati di dettaglio"
- a questo punto ho a disposizione ben 18 ambiti (dati anagrafici, macro ambiti funzionali presenti, vincoli, catasto, ...) che forniscono informazioni sugli edifici.

Leggiamo, ad esempio, nel caso del plesso di via Fabriano, che non è dotato di palestra né di mensa (ma questo non è vero), che è posto nelle vicinanze di sorgenti di radiazioni elettromagnetiche [quali?], che non è stato progettato né adeguato con la normativa tecnica antisismica, che l'impianto di riscaldamento è centralizzato a metano, che non dispone di pannelli solari, che i dati su origine ed età dell'edificio non sono congruenti, che lo stato di conservazione del corpo di fabbrica non è dei migliori (tutte le strutture necessitano di manutenzioni o rifacimenti ex-novo, ad esempio le scale e l'impianto di riscaldamento), che l'edificio è dotato di accorgimenti per ridurre i consumi energetici [quali?]. Ed altro ancora.

Per i dati relativi alle certificazioni degli edifici (il punto 15-condizioni di sicurezza?) occorrerà attendere, a seguito di accordo in conferenza unificata di intesa con Comuni e Province, il 31 gennaio 2016.
Entro questa data, inoltre, vi è l'impegno degli enti proprietari ad aggiornare i dati incompleti, ed aggiungiamo, errati.
Non ci è del tutto chiaro se, una volta a regime, i dati degli edifici saranno visibili alle famiglie su un'altra piattaforma dedicata, o continueranno ad essere fruibili sul portale "Scuole in chiaro".

Nel corso della conferenza stampa, il Ministro Giannini ha inoltre firmato due decreti:
- il primo assegna 40 milioni di euro per le indagini diagnostiche dei solai, strutturali e non strutturali, in circa 7.000 scuole;
- il secondo stanzia 300 milioni per la costruzione di scuole innovative. Le risorse verranno ripartite a livello regionale in modo che ciascuna Regione abbia almeno un edificio di nuova generazione.

DOCUMENTI:
- il comunicato stampa del Miur del 7 agosto 2015 [clicca qui]
- presentazione anagrafe edilizia SCOLASTICA illustrata nella conferenza stampa del 7 agosto 2015 [clicca qui]
- i principali dati regionali dell'anagrafe edilizia scolastica [clicca qui]
- i principali dati provinciali:
-- agibilità [clicca qui]
-- collaudo statico [clicca qui]
-- collegamenti scuola bus [clicca qui]
-- doc valutazione del rischio [clicca qui]
-- età di costruzione [clicca qui]
-- piano di emergenza [clicca qui]
-- riduzione consumi [clicca qui]

circolare ministro giannini: nessuna teoria gender solo lotta alla discriminazione

“Nessuna teoria gender, combattiamo solo le discriminazioni”

Scuola
Il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini in aula alla Camera durante le votazioni sugli emendamenti della riforma della scuola. Roma 08 luglio 2015. ANSA/ANGELO CARCONI
Il ministero dell’Istruzione trasmette a tutti i presidi una circolare per mettere fine alle polemiche su presunte ideologie connesse alla riforma della Buona Scuola. E Giannini minaccia querele
“Tra le conoscenze da trasmettere non rientrano in nessun modo né ‘ideologie gender’ né l’insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo”. Il ministero dell’Istruzione prova così a respingere una volta per tutte le accuse partite da una parte del mondo cattolico e da alcune associazioni conservatrici riguardo alla presunta presenza nella riforma della Buona Scuola di riferimenti a una fantomatica teoria gender, che tanto ha allarmato insegnanti e genitori.
In una circolare inviata a tutti i presidi italiani, il ministero chiarisce la norma contenuta nel testo della legge, con tanto di riferimenti normativi. E sintetizza le finalità della norma: “Nell’ambito delle competenze che gli alunni devono acquisire – si legge nella circolare – fondamentale aspetto riveste l’educazione alla lotta ad ogni tipo di discriminazione, e la promozione ad ogni livello del rispetto della persona e delle differenze senza alcuna discriminazione”.
E il ministro Stefania Giannini, intervistata da Radio 24, va oltre e minaccia anche di portare in tribunale chi porta avanti queste accuse infondate: “Chi ha parlato e continua a parlare di teoria gender in relazione al progetto educativo del governo Renzi sulla scuola, compie una truffa culturale. Ci tuteleremo con gli strumenti legali”.


CIRCOLARE GIANNINI SUL GENDER

genitori di figli con disabilità

fonte: disabili.com
Vorremmo più considerazione, siamo genitori, genitori alla massima potenza, quasi marziani, non involucri vuoti senza cervello"

Nel quotidiano imbattermi su pagine e profili sui social network dedicati alla disabilità, mi capita sempre più spesso di accorgermi di come un nuovo soggetto si stia muovendo in maniera sempre più forte, coordinata e organizzata. Si tratta dei famigliari - in particolare dei genitori - di persone con disabilità.

Si tratta, dicevo, di un "soggetto" che spesso - ma non sempre - si muove al di fuori di formule associative, ma fa gruppo, appunto, attraverso i social network per confrontarsi, cercare consigli, ma anche organizzare azioni di protesta. A leggere con attenzione i post di questi genitori, ci si accorge che si tratta di una piccola grande miniera di informazioni, di conoscenze "dal basso" che, se legittimate della giusta attenzione, se messe a frutto, se chiamate in causa nei dovuti spazi istituzionali, apporterebbero un contributo di conoscenze ed esperienze che spesso oggi manca proprio in quei tavoli.

Che le famiglie siano quella spina dorsale che è l'assistenza e il supporto alle persone con disabilità in Italia è un dato riscontrabile non solo nella nostra esperienza quotidiana (penso ad esempio alla sezione Genitori insieme del nostro forum), ma è anche certificato dai numeri.
L'esperienza di un genitore a contatto con la disabilità lo trasforma spesso in un esperto di leggi, in un quasi infermiere, in un costruttore di ausili.  Mi capita spesso di imbattermi in genitori che ne sanno molto più di me sui loro diritti, sulle procedure da seguire per questa o quella pratica, e capisco che le loro conoscenze sono il frutto di prove ed errori e dolore, molto, e confronti - ma molto spesso di scontri  - con amministratori ed istituzioni, con questo o quell'assessore, con questo o quel preside, con questo o quel terapista. Ora, non credo affatto che questo significhi che il genitore voglia sostituirsi al terapista, al preside, all'amministratore, ma che questa presa di coscienza ed azione sempre maggiore siano la normale conseguenza di esperienze che spesso portano il genitore a doversi documentare per interpretare leggi e battere i pugni per vedersi riconosciuti non solo diritti, ma a volte, addirittura, il semplice ascolto.

Parlando di genitori, per noi è impossibile non citare l'esempio di Marina Cometto, la "nostra" Mamma Marina,  madre di una ragazza con grave disabilità, che molto conosce delle difficoltà che questo comporta, anche solo sul fronte dei diritti, della burocrazia, delle leggi talvolta assurde, talvolta mal applicate. Nel tempo Marina  è diventata un punto di riferimento per genitori di persone con disabilità, ed è sul suo profilo Facebook che qualche settimana fa trovo una sorta di "vademecum": uno sfogo per punti, una serie di precisazioni rivolte idealmente agli amministratori e, più in generale, alla politica purtroppo spesso lontana dai genitori di questi bambini, di questi ragazzi e infine di questi adulti che non possono essere invisibili.

Scrive così Marina:
I genitori con figli disabili non  sono da compatire, ma da ascoltare: imparereste tanto. Ma voi che siete ai vertici del potere politico e delle istituzione e spesso non per meriti (…), perché trattate sempre i genitori con figli disabili come degli imbecilli non in grado di valutare e conoscere molto più di voi la patologia dei propri figli?
- Non siamo sempre e solo genitori devastati dal dolore, ma spesso è proprio questo dolore che ci da l'opportunità per essere più attenti, informati e perfettamente in grado di combattere la burocrazia a cui tenete tanto;
- siamo genitori addolorati è vero, ma questo non ci impedisce di ragionare con logica, e attenzione a 360°;
- siamo genitori addolorati è vero, ma spesso molto più preparati, informati e con voglia di conoscere, conosciamo le leggi meglio di molti di voi;
- conosciamo le patologie nei minimi particolari, e alcuni salvano anche la vita ai propri figli intervenendo spesso ostacolando le vostre decisioni.
Vorremmo più considerazione, siamo genitori, genitori alla massima potenza, quasi marziani, non involucri vuoti senza cervello.

In disabili.com:
UNA CONSUETA NOTTE DI UNA FAMIGLIA DISABILE

Dopo di noi: non fate che un genitore debba desiderare la morte di un figlio con disabilita'

Francesca Martin

sicurezza ed edilizia nelle scuole

fonte: una crepa in comune

Il bando per le indagini diagnostiche sui solai delle scuole

Sul sito del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca è disponibile l'avviso per il finanziamento di indagini diagnostiche da effettuare sui solai e i controsoffitti degli edifici scolastici [clicca qui]. Le indagini consentiranno di valutare la presenza dei rischi più diffusi negli edifici: lo sfondellamento dei solai, ovvero il cedimento dei blocchi di laterizio interposti tra i travetti o il distacco di intonaco, e il cedimento del controsoffitto.

L’importo stanziato ammonta a 40 milioni di euro da assegnare agli Enti locali proprietari di edifici scolastici secondo i criteri previsti dal decreto ministeriale registrato alla Corte dei Conti il 24 settembre 2015 [clicca qui].

Con il bando il Ministero punta ad avere la radiografia delle condizioni dei solai degli istituti scolastici per prevenire i rischi di crollo e garantire la sicurezza. I dati e i risultati delle indagini andranno ad aggiornare l'Anagrafe dell'edilizia scolastica [clicca qui].

Gli Enti locali dovranno inviare la propria candidatura entro il 18 novembre 2015 utilizzando una piattaforma on line accessibile dal 26 ottobre 2015. I contributi saranno erogati nei 15 giorni successivi all'approvazione della graduatoria redatta per regione e ambito provinciale, sulla base dei punteggi assegnati a ciascun edificio scolastico e nei limiti delle risorse assegnate a ogni ambito territoriale [la tabella].

Le indagini, che dovranno essere affidate dagli enti entro il 31 dicembre 2015, possono riguardare sia le parti strutturali dei solai sia quelle non strutturali. L'importo massimo del contributo per le indagini relative agli elementi strutturali è pari a 7.000 euro per le scuole del primo ciclo e a 9.000 per le scuole del secondo ciclo, per le indagini relative agli elementi non strutturali è pari a 4.000 euro per le scuole del primo ciclo e di 6.000 euro per le scuole del secondo ciclo.


Documentazione

- DM Miur registrato alla Corte dei Conti il 24/09/2015– Finanziamento delle indagini diagnostiche sui solai degli edifici scolastici [clicca qui]

- il testo dell’Avviso - prot. n. 12812 del 15 ottobre 2015 [clicca qui]
- la tabella di riparto delle risorse [clicca qui]

sostegno, quale riforma

fonte: disabili.com

Sostegno: il governo con le associazioni procede spedito verso una riforma

simboli di oggetti scolasticiTra le deleghe delle "Buona scuola" vi è anche la riforma del sostegno che ne ridisegna ruolo e funzioni

Una delle deleghe della Buona scuola riguarda il sostegno e in questo periodo si stanno susseguendo al MIUR diversi incontri riguardanti le linee di riforma in merito. Il nuovo percorso di carriera sembra prevedere che i docenti accedano al sostegno tramite concorso separato, che permangano nel ruolo con vincolo decennale e che abbiano competenze in merito a diagnosi e patologie. Ciò pare esprimere la volontà politica e quella delle associazioni in dialogo col governo. Desta invece molta perplessità e dissenso tra i docenti. Questi ultimi, benché nelle diverse sedi abbiano portato elementi di riflessione, problematicità connesse e proposte, non hanno fino ad ora trovato margini di ascolto concreto.

Uno degli aspetti che desta grande preoccupazione riguarda la creazione una carriera parallela e diversa dei docenti di sostegno rispetto a quella degli insegnanti curriculari, che avrà un canale di accesso separato, con un concorso specifico, forse imminente. Non solo: per evitare il fenomeno del passaggio da posto di sostegno e cattedra curricolare si sta pensando di rendere tale percorso più difficoltoso, prevendendo vincolo decennale o, addirittura, ulteriore concorso per accedere al passaggio. Doppio concorso insomma, carriera separate, in modo da scoraggiare i furbetti che usano il sostegno come corsia preferenziale per accedere al ruolo in tempi più brevi.

Il fenomeno esiste, certamente. Ci si chiede però se sia la logica repressiva a rappresentarne la soluzione o, piuttosto, se esso non debba essere indagato più a fondo, per comprenderne le ragioni e, quindi, prospettare proposte alternative e non punitive. Una di esse, ad esempio, avanzata da alcuni docenti e per sua definizione immediatamente inclusiva, potrebbe essere la cattedra mista, che sembra rispondere anche al problema della carenza di docenti specializzati.

La riforma del sostegno prevede dunque la creazione di un nuovo profilo professionale, con competenze molteplici e non specificamente didattico-disciplinari. Essa viene accolta con grande favore dalla Fish (), che da tempo ha depositato una proposta di legge in merito. Associazioni e Miur parlano di scelte di vita, di docenti più specializzati sulle disabilità, di vocazione; docenti e sindacati parlano invece di professione, di figure assistenziali, di ritorno alla medicalizzazione, del problema della riduzione drastica degli aspiranti. Di certo è sempre più chiaro che si tratta di appositi ruoli, di carriere separate, di profili che sono altro da quelli dei docenti curricolari.

Le domande aperte sono tante e a qualcuno tutto ciò pare invalidare anche il principio della contitolarità didattica: come appellarsi ad essa, infatti, se ruolo e formazione di base sono diverse da quelle dei docenti curricolari? Come avere voce nei Consigli di classe? Quale sarebbe la differenza rispetto alle figure assistenziali? Come promuovere inclusione da una posizione che, di fatto, è esclusa da quella degli altri insegnanti? La proposta pare anche stridente rispetto a significativi contenuti dell'ICF, che lungi dall'ancorarsi alle patologie, si concentrano sul funzionamento.

Tante le domande di chi a scuola lavora ogni giorno, molte le perplessità. Nei tavoli di discussione, però, la loro voce pare essere un sibilo.

APPROFONDIMENTI
Docenti e sostegno: carriere separate

Concorso separato e vincolo decennale